CANADA

QUEBEC - ONTARIO

Questo racconto e' stato scritto qualche anno fa da mio fratello Nicola quando viveva negli Stati Uniti.

 

18 agosto 1996

E' mezzogiorno e finalmente si parte dopo aver spostato le ultime carabattole nel nuovo (e piu' brutto) appartamento. Mi sposto verso nord, lungo la costa e attraverso un pezzettino di New Hampshire e poi nel Maine. Nel Maine (vacation land come dice il motto sulle targhe) abbandono l'autostrada e prendo la statale per dirigermi verso il Canada. Il verde domina il Maine e gia' pregusto il viaggetto verso l"Acadia National" Park che faro' a settembre. Ci sono cartelli che dicono di fare attenzione alle "mooses" ma maledetto se ne riesco a vedere una. Si sale piano piano ed i pini cominciano ad apparire e sulla sommita' della salita (si fa per dire salita) il confine con il cambio di guardia linguistico: il francese-canadese e' buffo, una specie di accento inglese ma molto francesizzato. Dopo la collina della frontiera il paesaggio cambia. Il primo odore e' quello di legno e infatti dopo poche centinaia di metri appaiono segherie su segherie con collinette artificiali fatte di trucioli ed assi dappertutto. L'intervento di deforestazione e' imponente ma con ampi spazi per il rimboschimento. Le case sono ... colorate!! Non mi ero accorto del grigiolino-begiolino insignificante delle case americane fin quando non sono arrivato in Quebec: tetti rossi con il bordo bianco o celeste e pareti verdi, azzurre, chiare e scure insomma vive e spontanee. C'e' poi piu' varieta' nelle forme delle villette, un tocco di personalita'. Ma la cosa piu' "appariscente" sono i panni stesi al sole ad asciugare... Non credevo che in nord-america qualcuno avesse ancora la nozione del far asciugare i panni all'aria aperta: qui tutto, compreso le persone, e' secco come i panni che escono dall'asciugatore. Ci sono poi un sacco di meccanici con le classiche macchine arrugginite nel retro un po' sul modello del mitico aggiustatore di marmitte di corsichiana memoria. Insomma meccanici, macchine arrugginite e panni stesi al sole danno una nota di disordine alla monotonia americana.

Verso le 20.00 arrivo a Quebec City per sistemarmi in uno dei soliti motel periferici. Per cena pizza nel vecchio centro della citta', la piu' vecchia del Canada.

 

19 agosto

Non e' possibile. Al risveglio sento un rumore strano e affacciandomi trovo ... pioggia. Desolato vado a far colazione e per fortuna, come dice Mark Twain "if you don't like the weather... wait a minute" ed infatti subito dopo il cielo da grigissimo si trasforma in azzurro splendente. La mattina la dedico alla citta' che e' decisamente interessante. E' costruita su una roccia a picco sul St Lawrence ( e' il fiume che a sud si getta nel lago Ontario e che poi forma le cascate del Niagara) che sembra grosso come il mare a giudicare dalle immense navi attraccate al porto. E' l'unica citta' nel nord-america (o almeno cosi' dice la guida) a conservare intatte le mura di fortificazione con le quali i francesi si sono difesi fino al 6 e definitivo attacco inglese. Le strade della "vieux Quebec" sono strette, scoscese e ancora una volta disordinate: la guida della AAA scoraggia l'ordinario turista americano dal cercare il tipico ordine stradale a ragnatela squadrate di tutti le citta' statunitensi. Le strade poi hanno un nome e non lo sterile numero identificativo tipo 1-2-3 avenue ecc. Gironzolo per la citta' accompagnandomi con un ottimo croissant al cioccolato. Verso le 13.00 panino al salmone e poi via. Il piano originario era di dirigermi subito a sud verso Montreal ma, dopo un'occhiata alla cartina preferisco andare a nord passando attraverso la "Laurintades Provincial Reserve" duecento km (sistema metrico in Canada) di foresta che sta cercando di rinascere dopo il pesante intervento umano. I pini sono ancora piccoli e alcuni bruciacchiati. Insomma il verde modello Sila ma all'ennesima potenza, che mi aspettavo non si vede ancora. La strada in compenso e' un susseguirsi infinito di laghetti con le immancabili barchette sulle quali una decina di pescatori si danno da fare (ridicoli).

Alla sera inizio la serie delle chambre d'hote canadesi in un piccolo paesino sul lac St. jean. Al ristorante la tartiere du lac St Jean (che con altri nomi e' una costante della zona) e che altro non e' che una torta salata ripiena di carne macinata.

 

 20 agosto

 Abbandono Roberval dopo una grassa colazione e costeggio prima il lago e poi il Saguenay per raggiungere nuovamente il San Lorenzo. Il paesaggio comincia a farsi piu' verde e ricco. Al confluire del Saguenay con il San Lorenzo si trova Tadussac da dove partono i battelli per whale whatching. Il paesaggio e' notevole con la strada che costeggia un fiumiciattolo. Dopo Tadussac devio a sud lungo la costa del S. Lorenzo per spostarmi a Montreal ripassando vicino a Quebec City. Il primo tratto da Tadussac a Quebec e' un susseguirsi ininterrotto di paesini che si potrebbero dire di mare anche se in realta' si affacciano sul fiume. Affamato mi fermo in un bar con la promessa di crepes che si rivelano le peggiori che abbia mai assaggiato.

 

21 agosto

 Sono a Montreal al mattino ma senza grosso entusiasmo. E' solo una grande citta'. L'unica cosa che ricordo e' il villaggio olimpico con l'immenso stadio atletico e la torre a forma di parentesi piegata a 45 gradi (pessima descrizione architettonica!!).

 

22 agosto

 Ottawa la capitale. In qualche modo ricorda Quebec City per il "vecchio" del centro ma piove a dirotto per cui mi limito ad un giretto in macchina e, quando smette ad una non lunga passeggiata nel quartiere dei ristoranti, mercato all'aperto e negozi. Nella piazza antistante il parlamento c'e' tutti i giorni il cambio della guardia con i beefeaters inglesi (la regina d'Inghilterra e' ancora il capo formale del Canada) ed una moltitudine di turisti.

 Parto dalla citta' per dirigermi a nord verso la Val d'Or attraverso la Verendrye Provincial Reserve. Ecco il Canada, con verde il verde sfolgorante delle conifere e laghi, e fiumi e acqua che si susseguono senza interruzione dietro ogni curva. Sembra un mare azzurro con isole di verde o un mare verde con isole d'azzurro (patetica descrizione ma questo e' quello che ho pensato). Ogni pochi km ci sono deviazioni in sterrato spesso verso zone per campeggiare all'aperto. Ne prendo una e trovo un cartello che dice che e' possibile bere l'acqua del fiume solo dopo averla bollita (!!!). Lungo la strada ci sono poi stazioni di osservazioni per i salmoni che risalgono i fiumi per l'accoppiamento ed in una di queste ne vedo alcuni placidamente adagiati sul fondo. A proposito sapete quand'e' la stagione dell'accoppiamento? Credo sia settembre ma la risposta e' comunque gradita. La sera mi fermo Rouyn-Rouanda nella migliore chambre d'hote della serie (o cafe e couette come la chiama il proprietario). Villetta in azzurro e bianco (ricordate i colori dell'inizio viaggio) con grossa stanza da letto e bagno privato. 

23 agosto

La mattina dopo poi la migliore colazione a base di crepes preparate al momento con "bluettes" fresche tipica coltivazione della zona; il padrone e' molto ospitale, con chiacchierate (in francese) durante la colazione. Pienamente soddisfatto (anche in senso fisico vista l'abbuffata) riparto per dirigermi verso il lago superiore attraverso una serie ininterrotta di parchi (siamo ora in Ontario) dai nomi quali Kattle Lakes Park, Ivanhoe Park, Shoal Park, Poholes Pk. L'ultimo tratto e' direttamente sul bordo orientale del lago superiore nel Lake superior Park e nel Pancake Park (!!). Il lago superiore e parte dell'immensa serie di laghi del nord america uniti fra loro (Ontario, Erie, Michigan, Huron e Superior per l'appunto) che piu' che laghi mi sembrano grandi come il mare visto che da molti punti e' difficile vedere la costa opposta. Arrivo a Salt St Marie aspettandomi ancora una calda accoglienza: il paese e' al confine con gli USA e la loro malefica influenza si fa subito sentire: accoglienza fredda da parte della figlia della padrona che mi consegna una lettera prestampata di benvenuto con le istruzioni per l'uso (sigh): questa e' la camera, quello e' il bagno, la colazioni la trovera' domani dalle 7 alle 9 fuori dalla camera, il costo e'.. Il villaggio, spacciato per bello, e' invece irrimediabilmente rovinato dagli interminabili neon colorati che "caratterizzano" tutte le periferie delle cittadine americane. Dimentichiamo. In realta' avrei voluto andare piu' a ovest verso Thunder Bay e l'Isle Royale Nat.le Park (dove non esistono macchine) ma il tragitto era troppo lungo.

 

24 agosto 

Lungo viaggio di ritorno verso Toronto. Paesaggio simile al precedente e interessante sosta notturna a Lindsay nota per il festival del teatro. Assisto a Murder Party una spy story sul modello Agatha Christie del genere divertente. 

25 Agosto

 Toronto e' interessante e viva. Mi fermo solo al mattino gironzolando per le strade principali (Yonge St e University Av). Se potro' ci ritornero'. Lascio la citta' nel primo pomeriggio per dirigermi a ... Stradford on Avon dove, facile ad immagine, c'e' uno Shakespeare Festival. Vado a vedere King Lear capendo un buon 30% di quello che dicono. Divertente l'accento degli attori americani che cercano di imitare quello inglese. Non male ma non bella come Richard III della vera Shakesperian Company che ho visto a Milano. Il paese e' costruito attorno ai suoi tre principali teatri ed e' molto carino con il laghetto immerso nel verde, costeggiato da passeggiati e romantici porticcioli, e il centro pieno di pub il tutto per dare l'impressione di vecchia Inghilterra. Posto da tener presente in ogni caso. Curiosamente l'influenza Inglese in questa parte del Canada si vede anche nella toponomastica con tutti i paesi che ricalcano nel nome, ed in parte anche nella posizione, i relativi paesi dell'Inghilterra. Si trovano pertanto Stradford on Avon, London, Westmister e Widsor.

 

26 agosto

Riparto per Detroit sulla quale non spendo parole e poi, il giorno dopo per Cincinnati.

 

31 agosto 

Riparto per Philadelphia per la non eccezionale mostra di Cezanne della quale ricordo solo l'immensa folla con le code per vedere i quadri, il costo stratosferico del soggiorno (ho dovuto accettare di stare in un hotel di categoria superiore per avere i biglietti) e solo 3-4 quadri: L'Arlequin al quale credo si sia ispirato anche Picasso, il fumatore di Pipa, un autoritratto di Cezanne vecchio (che pare amasse dire in pubblico quanto trasandato fosse dichiarando di non poter stringere le mani poiche' se li era lavate l'ultima volta 5 giorni prima), ed infine uno immensa della famosa serie dei Bathers.

  

Bene il testo non lo rileggo per cui ve lo cuccate cosi' com'e' (sempre ammesso che non vi siate gia' fermati prima della fine).

Nicola

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